"Quando Chagall dipinge, non si sa se dorma oppure se sia sveglio.
Da qualche parte nella sua testa deve avere un angelo".
Sono parole di Pablo Picasso, notoriamente poco incline a lodare i colleghi pittori, ma sinceramente ammirato dall’uso del colore del pittore bielorusso.
Dirà anche: «Quando Matisse sarà morto, Chagall resterà l'ultimo ad aver capito davvero i colori».
E la pittura di Chagall, ultimo grande artista del Novecento, si caratterizza proprio per un uso personalissimo e poetico del colore.
Le sue opere, cariche di colori vivissimi, sono popolate da immagini in cui riecheggiano ricordi della sua vita, le radici russe ed ebraiche, le tradizioni favolistiche della sua terra d’origine.
Chi era Marc Chagall?
Marc Chagall (all’anagrafe Moishe Segal) nacque nel 1887 a Vitebsk, nell’attuale Bielorussia.
E’ un ebreo russo e si porta dentro, con amore ,tutte le memorie e le tradizioni legate sia alla cultura russa che a quella ebraica e che ispireranno tutta la sua arte.
Si trasferisce in Francia nel 1910 e a Parigi viene in contatto con le avanguardie artistiche europee: cubismo, fauvismo e surrealismo.
Ma da queste resta fondamentalmente appartato preferendo rielaborare i temi a lui più cari, amore, poesia, origini, religione, in chiave ora fiabesca, ora sognante, ora incantata.
I suoi quadri, dai molteplici colori, sono popolati da animali che volano, amanti abbracciati e violinisti, mucche ed orologi, lune e capre, il ricordo del villaggio natale, fiori e cavalli.
Ma soprattutto l’amatissima moglie Bella, musa ispiratrice,che morirà alla fine della Seconda Guerra Mondiale lasciandolo in uno stato di profondo sconforto: per dieci mesi non dipingerà più.
Nonostante i periodi difficili (le guerre, le persecuzioni e la morte della moglie), le sue opere sono capaci di trasmettere ottimismo e felicità.
Pittore dolce e sensibile, amava la vita più d’ogni altra cosa.
Oltre le guerre, le persecuzioni, gli stermini e le fughe.
Ecco allora che la fiaba dipinta si tinge di malinconia e si vela di tristezza.
Chagall pittore del suo tempo.
E questo amore traspare anche in altre opere: le vetrate per le sinagoghe in Israele o a Gerusalemme, il grande mosaico sulle quattro stagioni a Chicago o la scenografia per
“L’uccello di fuoco” di Stavinskij.
“Mia soltanto è la patria della mia anima.”
Marc Chagall muore nel sud della Francia nel 1985.
Dirà anche: «Quando Matisse sarà morto, Chagall resterà l'ultimo ad aver capito davvero i colori».
E la pittura di Chagall, ultimo grande artista del Novecento, si caratterizza proprio per un uso personalissimo e poetico del colore.
Le sue opere, cariche di colori vivissimi, sono popolate da immagini in cui riecheggiano ricordi della sua vita, le radici russe ed ebraiche, le tradizioni favolistiche della sua terra d’origine.
Chi era Marc Chagall?
Marc Chagall (all’anagrafe Moishe Segal) nacque nel 1887 a Vitebsk, nell’attuale Bielorussia.
E’ un ebreo russo e si porta dentro, con amore ,tutte le memorie e le tradizioni legate sia alla cultura russa che a quella ebraica e che ispireranno tutta la sua arte.
Si trasferisce in Francia nel 1910 e a Parigi viene in contatto con le avanguardie artistiche europee: cubismo, fauvismo e surrealismo.
Ma da queste resta fondamentalmente appartato preferendo rielaborare i temi a lui più cari, amore, poesia, origini, religione, in chiave ora fiabesca, ora sognante, ora incantata.
I suoi quadri, dai molteplici colori, sono popolati da animali che volano, amanti abbracciati e violinisti, mucche ed orologi, lune e capre, il ricordo del villaggio natale, fiori e cavalli.
Ma soprattutto l’amatissima moglie Bella, musa ispiratrice,che morirà alla fine della Seconda Guerra Mondiale lasciandolo in uno stato di profondo sconforto: per dieci mesi non dipingerà più.
Nonostante i periodi difficili (le guerre, le persecuzioni e la morte della moglie), le sue opere sono capaci di trasmettere ottimismo e felicità.
Pittore dolce e sensibile, amava la vita più d’ogni altra cosa.
Oltre le guerre, le persecuzioni, gli stermini e le fughe.
Ecco allora che la fiaba dipinta si tinge di malinconia e si vela di tristezza.
Chagall pittore del suo tempo.
E questo amore traspare anche in altre opere: le vetrate per le sinagoghe in Israele o a Gerusalemme, il grande mosaico sulle quattro stagioni a Chicago o la scenografia per
“L’uccello di fuoco” di Stavinskij.
“Mia soltanto è la patria della mia anima.”
Marc Chagall muore nel sud della Francia nel 1985.
Al Palazzo Reale di Milano la più grande retrospettiva dedicata a Marc Chagall in Italia negli ultimi 50 anni, spiegata dalla curatrice Claudia Zevi.
Eccovi una breve descrizione di alcune quadri per arrivare "quasi" pronti alla mostra.
L'EBREO IN ROSA
1915, olio su cartone San Pietroburgo, Museo di Stato Russo Questo dipinto appartiene ad una serie di quadri realizzati in Russia: Chagall chiedeva ad ebrei anziani, poveri e sporchi di entrare in casa e posare per lui. Qui, davanti alla casa, su di uno sgabello, è seduto un vecchio dal volto rugoso, un occhio aperto e uno chiuso,vestito di scuro, con le scarpe spaiate. Le mani sulle ginocchia, una bianca ed una verde, ed una folta barba rossa che ricorda le fiamme di un fuoco. Alle sue spalle una casa rosa, sproporzionata, molto più piccola di lui, ed il villaggio, dipinto con tetti aguzzi. Il comignolo di uno di questi è un secchio con un pennello. Strumento con il quale potrebbe esser stato scritto il testo in ebraico che risalta sul cielo giallo. NUDO SOPRA VITEBSK
1933, olio su tela Collezione Privata Il corpo nudo di una donna è sdraiato su di un lenzuolo bianco; accanto un ventaglio aperto. In basso Vitebsk con il tempio ortodosso, le strade, i palazzi e gli alberi. Forse un sogno della donna come sembrerebbe suggerire il grigio del cielo che si fa scuro intorno alla figura. In primo piano un vaso di rose rosse, tema caro al pittore. LA SPOSA DAI DUE VOLTI
1927, olio su tela Collezione Privata In una notte blu resa luminosa dal chiarore della luna una sposa dalle due facce occupa l'intero dipinto. Indossa un corpetto carminio ed un vestito bianco, regge un mazzo di fiori ed un ventaglio, e con i due volti, di cui uno velato osserva ciò che accade da ogni parte: tre musicisti suonano mentre una capra si alza sulle zampe posteriori ed un cavallo incuriosito la guarda. Il dipinto risale al secondo soggiorno in Francia e si nota un diverso uso del colore che diventa più fluido e meno costretto da rigidi contorni come nel periodo russo. |
LA FIDANZATA DAL VISO BLU
1932‐1960, olio su tela, Collezione Privata Il quadro, iniziato nel 1932 e ultimato nel 1960, illustra come una fotografia gran parte della vita del pittore in questi trent'anni. Al centro la figura più importante, la fidanzata vestita da sposa, con il volto blu (simbolo di spiritualità). Verde (spontaneità) quello del suo innamorato. Le figure si stagliano sui colori scuri dello sfondo: in basso Vitebsk, con la chiesa dai muri bianchi (la città natale simbolo della felicità e della giovinezza), in alto alcuni musicisti tra cui un violinista che suona un violino blu e verde, come i volti dei fidanzati, colonna sonora del loro amore, intorno animali che danzano. IL POETA SDRAIATO
1915, olio su cartone London 2014 Un poeta, amico di Chagall, riposa disteso sul prato davanti ad una casa immersa nel verde. Un cavallo ed un maiale (di cui Chagall dipinge solo la sagoma) brucano. Un cielo rosa al tramonto chiude il dipinto. Potrebbe essere la raffigurazione di un sogno del poeta o dei versi di una sua poesia. Certa è la sensazione di serenità e di amore per la natura e per gli animali. Si nota l'influenza di Matisse nelle campiture lunghe e luminose. LA NASCITA
1911, olio su tela incollata su legno (compensato) Collezione Privata Chagall affronta il tema della maternità in occasione della nascita del fratello David. La mamma distesa sul letto ricorda sia la Venere di Urbino di Tiziano sia l'Olympia di Manet, come suggerisce anche la levatrice alle sue spalle. La figura scura del padre regge il bimbo luminosissimo da cui sembra provenire la luce che taglia il dipinto; in ombra la lanterna pure accesa tenuta dalla levatrice. Sia il colore sia la composizione sono influenzati dal maestro di Vitebsk, pittore e scenografo di fine Ottocento, dal quale il giovane Chagall aveva preso lezioni. |
GLI AMANTI IN BLU 1914, tempera su carta incollata su cartone Collezione Privata Durante i felici anni del loro fidanzamento, Chagall avvia il ciclo di dipinti dedicati all’amore. In questo dipinto Marc e Bella sono viso a viso: Bella trascina a se il suo amato e gli stampa un bacio dolce un bacio dolce e sicuro sul lato delle labbra, trattenendo il volto di Marc a sé con le dita affondate nelle sue guance. Gli occhi chiusi, i corpi che brillano alla luce della luna. Nel 1915 riescono finalmente a dare un lieto fine alla loro storia d’amore, coronandola con il matrimonio. LA NOTTE VERDE 1952, Olio su tela, 71X58cm, Collezione privata Chagall non riesce a dimenticare l’amata Bella, scomparsa nel 1944, così è lei stessa a tornare per consolarlo. Nell’opera l’artista è ritratto con il volto affranto di un colore funereo (come spesso accade, Chagall comunica gli stati d’animo attraverso i colori dei volti). Di fianco Bella, ormai eterea e angelica nel suo abito bianco prova a consolarlo. Nell’opera ci sono altre figure alle quali l’artista è molto legato: l’ebreo errante, il bue e la città di Vitebsk. È un’opera che parla di un passato che non c’è più e che vive solo nei ricordi felici del pittore. |
IL COMPLEANNO
1915, olio su cartone The Museum of Modern Art, New York. Su un pavimento rosso come la passione Chagall dipinge l’amore che fa volare. Il tempo ferma lo stupore di un bacio. Il rosso, il verde, il blu e il giallo trasmettono allegria e mescolano sogno e realtà: gli scialli variopinti di Bella sembrano danzare sui muri della stanza. Nell’intimità della stanza ogni dettaglio è rappresentato con precisione ma è la felicità ad abitarla e a illuminarla. SOPRA VITEBSK
1914, olio su tela, 73 x 93, Art Gallery of Ontario, Toronto In quest'opera riconosciamo una delle figure ricorrenti nell'arte di Chagall: l'ebreo errante, rappresentato con il bastone e il sacco in cui ha raccolto ciò che possiede. L'uomo sta fuggendo da Vitebsk, paese natale dell'artista. Come in gran parte della produzione artistica di Chagall, l'uso di un linguaggio onirico e fiabesco racconta un dramma reale: quello della persecuzione degli ebrei nella Russia dello zar, circostanza che ha condizionato la giovinezza dell’artista bielorusso. COPPIA SOPRA SAINT PAUL 1968, olio, tempera e segatura su tela Collezione Privata Segnali evidenti di una pace ritrovata sono i fiori sulla sinistra luminosi e forti, la figura dell’artista abbracciato dalla sua nuova moglie, Valentina Brodsky (che lui chiamava “Vava”), con l’amato bovino che sembra vegliare bonario su questo nuovo amore. Un particolare interessante: i piedi di Valentina sono ben piantati a terra, come se la donna fosse diventata un punto di riferimento solido e stabile per l’artista, riuscendo a donargli quella sicurezza e serenità che sembrava perduta per sempre. |