GIOTTO NELLA CAPPELLI DEGLI SCROVEGNI
La Cappella degli Scrovegni si trova a Padova. Fu eretta per volontà di Enrico Scrovegni, ricco mercante, per espiare le colpe del padre usuraio e per ottenere dalla aristocrazia della città quel riconoscimento sociale che non gli derivava per nascita.
Fu affrescata da Giotto con un ciclo di affreschi che è il più completo del Medioevo italiano.
Si crede che sia stato anche il progettista della cappella.
Giotto vi lavorò tra il 1303 e il 1305.
La Cappella degli Scrovegni si trova a Padova. Fu eretta per volontà di Enrico Scrovegni, ricco mercante, per espiare le colpe del padre usuraio e per ottenere dalla aristocrazia della città quel riconoscimento sociale che non gli derivava per nascita.
Fu affrescata da Giotto con un ciclo di affreschi che è il più completo del Medioevo italiano.
Si crede che sia stato anche il progettista della cappella.
Giotto vi lavorò tra il 1303 e il 1305.
La cappella ha forma rettangolare con copertura a botte.
Sei finestre si aprono su un lato e la luce filtra anche dalla trifora collocata sulla facciata di ingresso. Un blu intenso avvolge la volta stellata.
Le pareti sono suddivise in riquadri che ospitano gli affreschi di Giotto.
Le varie scene sono separate da fasce decorate con motivi geometrici e ornamentali.
Giotto, seguendo una narrazione continua, dipinge le Storie di Gioacchino e Anna, le Storie di Maria e le Storie di Gesù.
Giotto usa la prospettiva intuitiva per creare effetti di tridimensionalità: i personaggi, infatti, sembrano occupare uno spazio reale.
Le figure sono umanizzate ed esprimono sentimenti ed emozioni.
Sei finestre si aprono su un lato e la luce filtra anche dalla trifora collocata sulla facciata di ingresso. Un blu intenso avvolge la volta stellata.
Le pareti sono suddivise in riquadri che ospitano gli affreschi di Giotto.
Le varie scene sono separate da fasce decorate con motivi geometrici e ornamentali.
Giotto, seguendo una narrazione continua, dipinge le Storie di Gioacchino e Anna, le Storie di Maria e le Storie di Gesù.
Giotto usa la prospettiva intuitiva per creare effetti di tridimensionalità: i personaggi, infatti, sembrano occupare uno spazio reale.
Le figure sono umanizzate ed esprimono sentimenti ed emozioni.